In Valmarecchia, fino al secolo scorso, esistevano centinaia di mulini, alimentati dalle acque del fiume Marecchia e dai suoi affluenti. In gran parte sono stati trasformati in ristoranti e strutture ricettive, altri in musei, alcuni, invece sono ancora in funzione e producono farine macinate a pietra e realizzate con grani antichi di origine locale.
Ancora oggi, nell’alta valle, vengono coltivate numerose varietà di cereali, come orzo, farro, miglio e frumento, e di legumi, come ceci, fagioli e cicerchia, spesso secondo il metodo dell’agricoltura biologica.
Il pane e la spianata di Maiolo vengono prodotto con farine locali, acqua e pasta madre, secondo il metodo antico.
La piadina ha origini antiche in Romagna, dove è nata per sostituire il pane, tra un’infornata settimanale e l’altra. La ricetta tradizionale prevede farina, sale, un pizzico di bicarbonato o lievito, strutto, miele e acqua per impastare. Al giorno d’oggi si producono piadine senza grassi animali, con olio extra vergine di oliva. La tradizione vuole che la piadina venga cotta sul “testo romagnolo”, una padella piatta con il borgo rialzato, anticamente realizzata in terracotta.