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Itinerari

Valmarecchia misteriosa

La Valmarecchia è una valle che incanta con il paesaggio naturale e i suoi borghi medievali, che fa respirare la storia attraverso le decine di roccaforti malatestiane costruite su imponenti speroni rocciosi, che dal medioevo ad oggi continuano come sentinelle instancabili a sorvegliare il corso dell’omonimo fiume, e che conquista con le sue leggende, riuscendo a sorprendere ad ogni angolo con le sue infinite storie…

Durata2-3 giorni
Distanzaca. 67 km
Come affrontare l'itinerarioIn auto o moto

Nel dettaglio...

Cagliostro e la rocca di San Leo
Tappa 1

Cagliostro e la rocca di San Leo

È il regno di maestosi manieri come l’inespugnabile Forte di San Leo dove lo sguardo spazia dal Montefeltro fino al mare, che ospitò Dante, San Francesco e imprigionò a vita il conte Cagliostro, avventuriero, esoterista e alchimista. Essendo stato un grande illusionista, abilissimo con i trucchi, alla sua morte gli venne messa una candela accesa sotto la pianta dei piedi per accertarne con sicurezza l’effettivo decesso e che quindi Cagliostro non stesse fingendo.

Per info: IAT San Leo 0541-916306

Azzurrina e il castello di Montebello
Tappa 2

Azzurrina e il castello di Montebello

È lo scenario affascinante di favole truci come quella di Azzurrina, tenuta rinchiusa dal padre feudatario Uguccione perché albina e in quanto tale ritenuta diabolica dalla credenza popolare, a cui la madre tingeva inutilmente i capelli di nero che subito diventavano azzurri come i suoi occhi. Scomparsa ancora bambina mentre giocava nel castello nel giorno del solstizio d’estate del 1375, da allora il suo fantasma pare si aggiri ancora per le stanze della Rocca di Montebello e torni a farsi sentire puntualmente ogni 5 anni.

Per info: UIT Torriana 340-8915247

La Santarcangelo sotterranea
Tappa 3

La Santarcangelo sotterranea

Un’aura di mistero avvolge anche l’antica cittadina di Santarcangelo, e non poteva essere altrimenti, data la tipicità storica del luogo. Il borgo medievale, alle pendici del Monte Giove, in parte cela in parte svela le tracce di un passato medievale contraddistinto dall’ambiguità essenziale di sacro e profano, liturgie e stregonerie, culto ed eresia. Le oltre 150 grotte sotterranee, collocate per lo più sul versante orientale del colle, sotto il nucleo dell’antico abitato, vivono ancora di tale antinomia, in bilico tra contrastanti interpretazioni riguardo al loro uso originario: primitive abitazioni, luoghi di culto, rifugio alcova per la consumazione di riti proibiti e cerimonie sacrificali, riparo signorile, dimora degli spiriti custodi dei telai d’oro… Tanto per citarne alcune.

Scopri la Santarcangelo sotterranea

La leggenda dei telai d’oro è senz’altro la più suggestiva e rimanda ad un racconto tradizionale consegnato alla storia di Santarcangelo da una generazione all’altra.
Secondo la leggenda, in una grotta, ancora inesplorata, si troverebbero alcuni telai d’oro massiccio, azionati, di notte, da instancabili (e nient’affatto sindacalizzati) tessitori-fantasma. Così, almeno, la vende Giorgio Batini, premio Marzotto per il giornalismo, in un libro del 1968.

Per info: IAT Santarcangelo 0541-624270

Il cipresso di Villa Verucchio
Tappa 4

Il cipresso di Villa Verucchio

E che dire del cipresso di Villa Verucchio? La leggenda narra che, quando San Francesco passò dalle nostre parti si fermò per un po’ di tempo in Valmarecchia. Inizialmente fu ospite della famiglia Leonardi a Vergiano e, in seguito, nel 1213, arrivò a Villa Verucchio con un ramo di cipresso in mano che gli era stato donato proprio dalla Famiglia Leonardi. Qui, fondò un convento francescano e nel chiostro di quest’ultimo piantò il ramo di cipresso che è oggigiorno ancora in vita e ammirabile dopo 800 anni.
L’albero ha delle caratteristiche molto particolari: le sue dimensioni lo rendono un albero fuori dal comune, nemmeno un fulmine riuscì qualche anno fa a distruggerlo. Sotto al cipresso c’è un pozzo con acqua limpida e fresca e pare che anche questo sia opera del santo. Secondo un’altra leggenda, mentre San Francesco pregava nella sua cella, veniva continuamente interrotto dal cinguettio degli uccelli che quindi furono intimati dal santo di andarsene per non essere disturbato. Da allora, sempre secondo la leggenda, in quel luogo non ci sono più uccelli.

Per info: IAT Verucchio 0541-670222

Maiolo
Tappa 5

Maiolo

E risalendo il Marecchia, fra San Leo e Pennabilli non si può che restare attratti da un ‘originale cucuzzolo conico dalla sagoma martoriata’ che ospita  i resti della Rocca e del Castello di Maiolo. Il manufatto e dintorni, si portano dietro da oltre tre secoli una “leggenda” mai smentita e capace di mescolare aspetti diversi, irrisolti ed intriganti. La “leggenda” racconta  che i castellani, in dispregio al mese mariano, si abbandonarono per tre notti consecutive ad uno scandaloso ballo angelico mentre, fuori, infuriava una tempesta d’inusuale forza e durata. Quand’ecco che, nella notte a cavallo tra il 29 e il 30 maggio 1700, tutto rovinò con fragore assordante, cancellando tra l’altro  “le covate di case protette da fasce robuste di mura vegliate da un possente castello“.
Eppure, rivela ancora la “leggenda”, di avvisi, quella gente ne aveva avuti diversi: sulla finestra del vasto salone delle danze, ad esempio, più volte s’era posata una sinistra civetta, dagli stridii continui e premonitori. E poco importa se, con buona probabilità, il massiccio su cui gravavano la Rocca e il Castello era stato minato dalle precedenti esplosioni al deposito delle polveri, e che il diluvio d’acqua piovana non ha  fatto altro che “scardinare” fino a generare il rovinoso franamento: la leggenda è leggenda.

Per info: Pro Loco Maiolo 333-7246502